Arianna Ioli: “Il tema principale dello Sport Digital Marketing Festival è la connessione tra la passione per lo Sport e il Business”
- Vito Cellamaro
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Fonte: SOCIAL MEDIA SOCCER
Manca poco allo Sport Digital Marketing Festival, in programma a Riccione il 13 e 14 giugno e del quale siamo Media Partner.
Chi meglio di Arianna Ioli, Coordinatrice, Content Manager & Storyteller del Festival, poteva fornirci una panoramica completa sui motivi di fondo che ne hanno ispirato l’organizzazione?
Sport Digital Marketing Festival mette in contatto personalità del settore e spiega come e perché oggi il digital marketing e il settore calcistico possono essere l’uno la risorsa dell’altro. Da dove è nata l’idea del SDMF? Quando è sorta l’esigenza di organizzare un evento?
L’idea dello Sport Digital Marketing Festival nasce da una costellazione di esperienze e desideri che hanno preso forma concreta nella prima edizione di questo evento. Primi fra tutti, la lunga esperienza con il Master in Digital Marketing di Europa Cube Innovation Business School – oltre 120 edizioni – e la richiesta dei suoi partecipanti di una formazione legata al settore sportivo, la passione per lo Sport e l’interesse per il Business esplosivo che ruota attorno ad esso.
Abbiamo voluto creare un evento che portasse sullo stesso palcoscenico, tutti insieme, i volti spesso nascosti della comunicazione social -e non solo – dei club, delle leghe, delle Federazioni, degli atleti.
Avremmo voluto già partecipare ad un evento del genere, ma a meno che non si guardi oltreoceano un contenitore verticale dove marketing e sport siano protagonisti non esiste ancora.
E le cose che non ci sono, si sa, bisogna crearle!
Quali sono gli obiettivi che SDMF si è prefissato?
Di essere un evento di formazione di altissimo livello e di aprire davvero, alle persone che parteciperanno a questa due giorni, le porte di un mondo dove non solo è possibile entrare, ma anche restare. Dove c’e spazio per crescere per chi lavora e per lavorare per chi inizia, dove tutto si muove e tutto cresce ad una velocità vorticosa. Questo l’obiettivo e anche la promessa.
Il programma comprende tantissimi speaker, tutti di provenienza e di mondi diversi ma tutti appartenenti allo stesso “contenitore” che è il marketing. Avete adottato dei criteri specifici per la scelta dei relatori del Festival?
Abbiamo cercato di essere più vari e completi possibili, spaziando tra diversi sport, diverse categorie, diverse nazioni, svariati settori di provenienza degli speaker. Quello che ci interessa è che i contenuti portino valore a chi ascolta e per noi il valore è concreto, orientato al saper fare, un qualcosa che si può portare a casa. Gli Speaker in programma ci garantiscono questo.
Per quanto riguarda i criteri, siamo partiti chiamando gli ideatori delle campagne o delle strategie di comunicazione dei Club che ci erano piaciute di più, che ci avevano colpito nel periodo precedente al lancio dell’evento.
Ecco, siamo partiti da loro. Quelli che assolutamente volevamo al Festival! Da lì si è aperto un mondo.
I topic da trattare sono vari e interessanti. Ma quali saranno – secondo te – i punti-chiave che è importante approfondire maggiormente?
Il tema principale, a mio parere, è la connessione tra la passione per lo Sport e il Business. Le storie di Sport generano emozioni, le emozioni muovono le persone, le persone muovono interessi economici. E il Social Media Marketing ha il potere dapprima di catturarli come in una grande fotografia panoramica e poi di moltiplicarne gli effetti.
Se dovessi darci un’opinione personale, cosa pensi sull’evoluzione del digital, dei social e del rapporto con lo sport e col calcio in particolare?
Per gli Sport meno visti, quelli che in televisione hanno meno visibilità o non l’hanno affatto, i social sono un palcoscenico dove raccontare e raccontarsi, dove trovare un pubblico diverso, dove far affezionare la gente. Possiamo fare il tifo per squadre lontanissime da noi dal punto di vista geografico o per sport a cui non avevamo mai fatto caso solo perché ci ha colpito la loro comunicazione e ci è piaciuto come si raccontano.
Per quanto riguarda il calcio, sono una di quelle persone che quando guarda una partita, se dopo un po’ non ci sono goal o il gioco diventa monotono, mette in moto il terzo occhio e svariate dita e inizia a viaggiare virtualmente tra Twitter, Facebook, Instagram per scoprire se, almeno nel campo virtuale, qualcosa si muove. Devo essere sincera, in quel campo la palla è sempre in movimento. Purtroppo a volte in modo un po’ troppo falloso, ma anche questa è una sfida, in ambito social. È vero che ognuno può dire quello che vuole, ma delle regole devono esserci. Lo Sport insegna.
Dal vostro punto di vista, le società di calcio italiane sono strutturate per affrontare la competizione anche sui canali social?
Siamo davvero agli inizi e c’è tantissimo lavoro da fare. Come in tanti altri settori, la Digital Transformation ha mosso appena i primi passi.
Ci sono poi dei piccoli casi di successo sia in Italia sia altrove che diventano esempio per gli altri e acceleratori della trasformazione digitale. Capita infatti che i più piccoli sul campo diventino dei veri e propri giganti della comunicazione, che questo scateni i fan – della squadra – o aumenti le schiere dei simpatizzanti, portando con sé anche dei veri e propri rischi per i “giganti” stessi.
Quando hai followers da gigante un po’ pensi di esserlo e questo dà una forza incredibile.
I calciatori sono atleti ma anche influencer: perchè è importante avere il supporto di un social media manager?
Perché gli errori si pagano. Soprattutto sui Social. L’immagine va curata e bisogna saperlo fare. Immagine che non significa come uno si veste o si taglia i capelli – forse un pochino anche questo- ma come si pone nei confronti del proprio pubblico, dei ragazzi per cui è un esempio, degli ideali portati avanti dal proprio Club. Sbagliare è un attimo. È sempre meglio gestirsi bene prima di fare errori che arrampicarsi poi sugli specchi per rimediare.
L’aggiornamento costante e la formazione in generale sono importantissimi per raggiungere gli obiettivi di business. Questo assunto è stato ben interiorizzato e ogni anno in Italia si susseguono eventi, workshop, seminari, ecc.. Ma quali sono le peculiarità che caratterizzano il vostro Festival?
Sarà il più grande evento verticale mai realizzato in Italia sul Digital Marketing per lo Sport.
Abbiamo scelto di non essere generalisti parlando di tutto e un po’, ma specifici, concentrandoci su un unico settore in costante espansione.
Sposiamo l’idea che la verticalità porti un valore aggiunto in termini di esperienza e di trasformazione professionale.
Sarà una due giorni condensata e concentrata, dove acquisire competenze da conservare in una cassetta degli attrezzi, che ognuno potrà portare con sé ed utilizzare nel proprio lavoro.
Parliamo di prospettive. Cosa vi aspettate da questa 1° edizione di SDMF?
Le prime edizioni hanno bisogno di coraggio, se mi aveste fatto questa domanda a gennaio, avrei risposto di non saperlo ancora esattamente, ma di avere un buon presentimento. Oggi, a parterre ospiti definito, con i titoli degli interventi nel documento di testo perennemente aperto sul Mac e dopo avere sondato l’entusiasmo e l’interesse dei nostri Media Partner, degli Ambassador e di chi ha già comprato i biglietti, la risposta è diversa. Sarà un’esperienza di successo per chiunque partecipi e diventerà un appuntamento fisso annuale per chi lavora in questo settore.
3 buoni motivi per non mancare all’evento.
1. La possibilità di incontrare dal vivo i massimi esperti italiani e non solo – date un’occhiata agli ospiti internazionali!
2. Speech mirati per raccontare esperienze concrete e best practice che ognuno potrà riportare nel proprio lavoro quotidiano per migliorare la propria strategia di comunicazione social;
3. I tanti momenti di networking per incontrare gli atleti – i campioni di oggi e di domani – le squadre, le star del web marketing italiano a partire da Rudy Bandiera che presenterà il Festival…
…e tutto questo a Giugno a Riccione!!!
Massimo Tucci
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